Cos’ha detto ministro Bianchi?

Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi segna, secondo alcuni, una svolta nella politica scolastica italiana. Le sue affermazioni sono state riprese da più parti perchè alcune ammissioni di colpa sono piaciute molto agli ascoltatori di Radio anch’io, seguitissima trasmissione radiofonica di Radio 1. Molti insegnanti hanno avvertito un brivido di speranza e un senso di soddisfazione mista a ottimismo quando il ministro Bianchi ha parlato di aumento di 600 Euro 🙂

Le dichiarazioni “incriminate”

Ma tra le dichiarazioni del ministro Bianchi c’è una nota stonata che desidero commentare e argomentare in questo articolo.

Non si può continuare a risparmiare laddove bisogna investire

Ok (…e sempre vero).

Il Governo è con me in questo. Il Presidente Draghi mantiene le promesse

Vedremo…

Costi quel che costi, dobbiamo investire per riaprire per sempre le scuole

Costi quel che costi? Sicuro? mah! Se lo dice Lei…

Basta DaD: è didatticamente fallimentare e controproducente sul piano psicologico, sociale, cognitivo. Urge distogliere i giovanissimi dall’eccessivo uso delle tecnologie e spingerli a riappropriarsi delle proprie facoltà logiche, dialettiche, analitiche e critiche, ora delegate (e alienate) alle macchine

No, questo no. Decisamente NO.

QUESTA È UNA LETTURA “VECCHIA”, SBAGLIATA, CONTROPRODUCENTE E PEGGIORATIVA CHE RISCHIA DI VANIFICARE UNO DEI POCHISSIMI RISVOLTI POSITIVI DELLA PANDEMIA DA COVID-19: L’UTILIZZO DI STRUMENTI MODERNI E INNOVATIVI NEL SETTORE DELL’ISTRUZIONE

DaD (Didattica a Distanza) fallimento annunciato ministro Bianchi!

La DAD è stata un fallimento perché gli insegnanti, di fronte a PC, tablet e cellulari, ne sanno meno dei ragazzi. Hanno dimostrato palesi difficoltà dove i giovani procedevano speditamente. Gli stessi genitori erano impreparati in un ambito che rappresenta ormai la VITA dei loro figli!

Spero che entri in testa a tutti in maniera definitiva: questa “cosa”, questa “tecnologia dilagante”, questa onnipresenza tecnologica sempre più capillare non cambierà e non diminuirà: potrà solo crescere COSTANTEMENTE OVUNQUE. Nessuno può farci niente, né questo “vecchio” ministro con le sue parole, che ha fatto delle osservazioni antiquate e anacronistiche, né il docente “aggiornato” (solo) sulla carta, né quello forte dei 30 anni di esperienza che non si aggiorna più.

Dad: le vere cause del fallimento

Il vero fallimento della DaD è rappresentato dagli insegnanti, arrivati impreparati a un appuntamento inevitabile annunciato da anni (no, non la pandemia…la tecnologia), incapaci in qualche caso di accendere un PC, spesso digiuni di qualsiasi cognizione digitale basilare. Pur riconoscendo il loro valore, il loro impegno, la loro dedizione al lavoro, questa è la dura verità: la stragrande maggioranza dei docenti non ha familiarità con il mondo digitale.

Dad: l’errore più grande

Il più grande errore commesso è stato quello di voler “tradurre” le lezioni tradizionali in un (a dir poco) IMPROBABILE analogo virtuale. IMPROPONIBILE!

  • Il coding SVILUPPA la logica
  • l’aspetto cognitivo è STIMOLATO dall’uso corretto delle nuove tecnologie
  • l’interculturalità trova terreno fertile
  • il digitale allarga gli orizzonti
  • con strumenti all’avanguardia aumenta la velocità di apprendimento
  • i moderni sistemi di interazione aumenta la capacità di correlare gli argomenti
  • la comunicazione si EVOLVE e MIGLIORA (o comunque si trasforma, come del resto ha sempre fatto)

…ma solo se a guidare le scelte vi sono insegnanti preparati e consapevoli di una VERITÀ ASSOLUTA E INOPINABILE: non è possibile traslare il paradigma 1 a 20 (o 1 a 25…o 1 a 30…) di 70 anni fa su Meet, Teams o qualsiasi piattaforma di video conferenza.

Lo stesso insegnante che svolge il suo lavoro con dedizione fa le riunioni virtuali da casa e perde l’attenzione in brevissimo tempo quando la fruizione di contenuti è passiva e monotona: cosa ci si aspettava dai bambini e dai ragazzi che su tutto (anche l’annoiarsi) viaggiano a velocità doppie o triple?

Digitalizzazione: facciamo un esempio

Se in un ristorante vi mandano una foto del menu sul cellulare invece di portarvi il menu cartaceo al tavolo, si può dire che abbiano sfruttato le “nuove tecnologie” e la digitalizzazione? Forse si può definire un menu digitale, ma è questo il risultato migliore a cui poter aspirare? E se il risultato delude le aspettative, è colpa del ristoratore? Del committente? Dei programmatori? DI INTERNET E DELLE NUOVE TECNOLOGIE?

NO, hanno traslato una cosa tradizionale (ormai vecchia e definitivamente obsoleta) su un dispositivo nuovo, uno strumento di visualizzazione (e non solo) moderno, che usato così peggiora l’esperienza utente, la visibilità, e penalizza anche altre esperienze sensoriali a cui il cliente era abituato.

Bisogna ripensare il paradigma della lezione frontale classica cercando il più possibile di non (s)cadere nel più banale dei ricorsi storici, quelli dove il “vecchio” critica aspramente il “nuovo” esordendo con “eh…ai miei tempi…!”

E ancora…

Urge distogliere i giovanissimi dall’eccessivo uso delle tecnologie.

Caro ministro, non è nella scuola e nei sistemi di apprendimento che bisogna limitare le nuove tecnologie. Forse altrove…ma  l’utilizzo diventa “eccessivo” quando non si sa informare, regolamentare senza imporre, quando non si sa offrire un’alternativa valida, stimolante e interessante, quando le ripercussioni negative superano gli innumerevoli, potenziali risvolti positivi del mondo moderno a causa della scarsa preparazione di chi deve formare e istruire, quando invece di un coraggioso cambiamento ci si arrocca in un confortevole “ritorno al passato” supportato da una lettura sbagliata di un fallimento annunciato.

PS – Buon lavoro ministro Bianchi!

“mai più quell’idea che tieni la porta chiusa e la sostituisci con un intermedio che non dà quella cosa fondamentale della scuola: la scuola non è solo trasmissione didattica, è anche vita insieme e imparare a vivere insieme. Io sono stato molto criticato perché ho risposto ‘affettuosa’ quando mi hanno chiesto come dovesse essere la scuola che vorrei. La scuola è il posto in cui si impara a vivere insieme, con affetto, in una fase che è anche piena di violenza. E’ questo che dobbiamo superare”.

Su LA7 è andata meglio…buon lavoro ministro Bianchi!